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Mastio della Cittadella - Torino - 05.10.2024 - 16.02.2025
Hans Ruedi Giger è stato un artista visionario che ha lasciato un segno indelebile nel cinema fantasy e horror, e non solo. Le sue iconiche creature biomeccaniche, un ibrido affascinante e inquietante tra macchine ed esseri viventi, hanno plasmato l'immaginario di film come "Alien", che gli è valso l'Oscar nel 1980.
Ma il suo tocco artistico non si è fermato al grande schermo: ha decorato le copertine di album di band come Emerson, Lake and Palmer, Debbie Harry e altri, e ha influenzato profondamente fumetti e videogiochi.
La sua poliedricità artistica e il suo stile inconfondibile lo rendono una figura unica nel panorama creativo. A dieci anni dalla sua scomparsa, Torino ospita una straordinaria retrospettiva, “Beyond Alien - H.R. Giger”, presso il Mastio della Cittadella, aperta fino al 16 febbraio 2025. La mostra raccoglie oltre 100 opere, tra disegni, sculture e dipinti, offrendo un'immersione profonda nel suo universo visionario.
Giger iniziò a collaborare con il mondo del cinema alla fine degli anni Sessanta, ma fu l'incontro con il visionario regista cileno Alejandro Jodorowsky, grazie al leggendario Salvador Dalí, a segnare una vera svolta nella sua carriera artistica. Jodorowsky stava lavorando alla sua ambiziosa versione di "Dune" e chiese a Giger di dare vita al mondo oscuro e inquietante degli Harkonnen. Giger realizzò una serie di disegni straordinari, ma il progetto fu considerato troppo audace e non vide mai la luce. Solo nel 1984, con la versione di "Dune" diretta da David Lynch, la storia del capolavoro di Herbert arrivò sul grande schermo.
Durante la preparazione di quel progetto, Giger entrò in contatto con Dan O’Bannon, esperto di effetti speciali, che qualche anno dopo lo raccomandò a Ridley Scott. E fu proprio nel 1978 che Scott, cercando un artista in grado di creare l'universo alieno del suo nuovo film "Alien", si rivolse a Giger. Da quel momento, la consacrazione di H.R. Giger come maestro indiscusso dell'arte biomeccanica divenne definitiva.
Nel 1966, Giger incontrò Li Tobler, una figura che avrebbe segnato profondamente la sua vita e la sua arte. La loro intensa relazione amorosa durò dieci anni, fino al tragico suicidio di Tobler, un evento che gettò un’ombra oscura e macabra sulle sue creazioni, rendendole ancora più cupe e inquietanti.
In mostra, è possibile ammirare le opere che la rappresentano il suo grande amore.
Un altro affascinante campo in cui Giger lasciò il suo segno è quello delle copertine di album musicali. In mostra, spicca la riproduzione della leggendaria copertina di Brain Salad Surgery, capolavoro degli Emerson, Lake & Palmer, icone indiscusse del rock progressivo.
Dietro l'inquietante volto che emerge tra le linee biomeccaniche, si cela un dettaglio intimo: il viso è quello di Li Tobler, la cui presenza aleggia anche in queste opere, intrecciando musica e arte in un connubio potente e viscerale.
Nel 1981, Giger realizzò la suggestiva copertina di KooKoo, il primo album solista di Debbie Harry, iconica front-woman dei Blondie. Oltre a dare vita all'immagine provocatoria dell'album, Giger fu scelto anche come scenografo per alcuni dei videoclip della cantante, aggiungendo una dimensione visiva potente e surreale alla carriera solista di Debbie Harry.
Questo è solo un assaggio del mondo da osservare nella mostra, un travolgere di emozioni intense: dalle divinità occulte quali il Bafonetto ai Biomeccanoidi, esseri ibridi umano/robot passando per le visioni urbane di una città come New York per finire nelle piccanti figure Erotomeccaniche.
Il tutto per risvegliare le inquietudini più intime del visitatore.
Un’esperienza consigliata per chi è pronto ad affrontare l’arte come viaggio emotivo.
07.10.2024
Alcuni approfondimenti...
Mastio della Cittadella
Corso Galileo Ferraris angolo Via Cernaia, Torino
Osteria ho.. .che me vuoi far venire gli incubi stanotte? 3 ne ho visti di sti film
Sempre con l'ansia.
😳😳😳🙈🙈🙈🙉🙉🙉
Grazie per questa segnalazione Giacomo.
Ricordo che nel 2008 ho visto il suo museo nell'incantevole paesino svizzero di Gruyeres.
All'epoca un mio amico, che ne imita lo stile, andò anche a trovarlo a casa sua e fu accolto cordialmente nonostante fosse uno sconosciuto.
Grande Artista
farei una scappatina certamente